IL MONDO DI SOFIA by GAARDER JOSTEIN

autore:GAARDER JOSTEIN [JOSTEIN, GAARDER]
Format: epub
ISBN: 9788830412309
pubblicato: 1999-04-14T22:00:00+00:00

HILDE!

«Insistente», fu l'unico commento di Alberto.

A sud, grossi nuvoloni neri cominciarono ad addensarsi sulla

città. L'aereo scomparve tra le nuvole.

«Ho paura che scoppierà un temporale», osservò Alberto.

«Prenderò l'autobus per tornare a casa.»

«Spero soltanto che il maggiore non sia l'artefice anche di

questo brutto tempo.»

«E' così potente?»

Alberto non rispose e andò a sedersi vicino al tavolino.

«Dobbiamo parlare di Berkeley», mormorò dopo un lungo

silenzio.

Sofia si era già seduta. Di colpo si sorprese a mangiarsi le

unghie.

«George Berkeley fu un vescovo irlandese vissuto tra il 1685

e il 1753», esordì Alberto, poi si interruppe e tacque per alcuni

minuti.

«Berkeley fu un vescovo irlandese...» ripeté Sofia.

«Ma era anche un filosofo...»

«E allora?»

«Pensava che la filosofia del tempo e la scienza rappresentassero

una minaccia per la concezione cristiana della vita. Inoltre

era convinto che un materialismo sempre più conseguente

costituisse un pericolo per la fede cristiana, secondo la quale Dio aveva

creato e conservava tutto ciò che esiste in natura...»

«Vai avanti.»

«Allo stesso tempo Berkeley fu uno degli empiristi più

coerenti.»

«Sosteneva che non possiamo conoscere niente altro del mondo

oltre a quello che percepiamo con i sensi?»

«Si spinse oltre. Secondo Berkeley, le cose del mondo sono

proprio come le percepiamo, ma non sono "cose".»

«Spiegati meglio.»

«Ti ricordi che Locke aveva affermato che non siamo in grado

di pronunciarci sulle qualità secondarie delle cose; non possiamo

dire che una mela è rossa e dolce: siamo noi a percepire la mela

in questo modo. Ma Locke aveva anche detto che le qualità

primarie, come la forma e il peso, appartengono veramente alla realtà

esterna che ci circonda.»

«Ricordo benissimo. Secondo me, Locke aveva messo

l'accento su una divisione molto importante.»

«Sí, Sofia, se così fosse.»

«Continua!»

«Per Locke, come per Cartesio e Spinoza, il mondo fisico è

una realtà.»

«E quindi?»

«Berkeley mise in dubbio questa conclusione, e lo fece sostenendo

un empirismo estremo. Disse che l'unica cosa che esiste è

ciò che percepiamo con i sensi, ma noi non percepiamo la "materia"

o la "sostanza materiale". Presupporre il fatto che noi percepiamo

qualcosa che abbia una "sostanza" preesistente significa

saltare a una conclusione affrettata: non abbiamo prove suffragate

dall'esperienza per giungere a un'affermazione di questo

genere.»

«Sciocchezze! Guarda qui!» Sofia picchiò un pugno sul

tavolo. «Ahi! Questo non prova il fatto che il tavolo è un vero tavolo

fatto di materia o sostanza materiale?»

«Che cosa hai sentito?»

«Qualcosa di duro.»

«Hai avuto una chiara percezione sensoriale di qualcosa di

duro, ma non hai percepìto la materia stessa del tavolo. Analogamente,

puoi sognare di andare a sbattere contro qualcosa di duro,

ma esiste qualcosa di duro in un sogno?»

«No.»

«Un uomo può essere influenzato a "sentire", può addirittura

essere ipnotizzato e avvertire il caldo, il freddo, morbide carezze

o colpi violenti.»

«Ma se il tavolo in sé non era duro, che cosa me lo ha fatto

sentire?»

«Berkeley credeva che ci fosse una volontà o "spirito". Secondo

lui, tutte le nostre idee hanno una causa esterna alla nostra

coscienza, ma tale causa non è di natura materiale, bensì

spirituale.»

Sofia ricominciò a mangiarsi le unghie mentre Alberto

continuava: «Secondo Berkeley la mia anima può essere causa delle

mie idee - come quando dormo -, ma soltanto un'altra volontà o

spirito può essere causa delle idee che costituiscono il nostro

mondo materiale. Tutto è dovuto a questo spirito che, per dirla

con le sue parole, "opera ogni cosa e per opera del quale tutte le

cose esistono"».

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